(Traduzione approssimativa: Schemi di comprensione nella filosofia dello sviluppo umano)
Il titolo è in Inglese perchè il binomio "Pattens of understanding" mi sembrava interessante così come è a volte usato dalla cultura e dalla scienza anglosassone. Dal mio punto di vista per spiegare lo sviluppo umano, come e perchè viene enfatizzato, e direzionato tramite l'educazione dai bambini e poi dallo studio scolastico, dalle istituzioni scientifiche universitarie fino a quelle religiose ed econimiche e perfino dalla letteratura e filmografia e dalla musica e dalle attività sportive c'è bisogno di una breve giustificazione filosofica. Io sto coniando e lanciando il seme di questa "filosofia dello sviluppo umano" perchè ci sia confronto e venga spiegato il perchè di certi sistemi educativi e culturali e di certe attività umane promosse da alcuni sistemi ideologici, politici ed economici e sia chiaro in quale direzione portano, quali limiti hanno e quali alternative ci sono. Il dialogo è tra coloro che leggono questo articolo con la proposta di usare questi metodi che sto proponendo e questi concetti di saggezza generale come punti generali di contatto e di riferimento.
Una cosa di base che noterei subito guardando il mondo e la società è che c'è un controllo più o meno assoluto di una questione così critica e cruciale per lo sviluppo dell'umanità come quella che vorrebbe decidere o supervisionare quale è la strada che si vorrebbe intraprendere. Il controllo quasi assoluto c'è nei mondi anglosassoni dove si sbandiera ossessivamente un tipo di ideale della libertà e un modo specifico di intendere la libertà come pure c'è in seno al Cristianesimo in particolare Cattolico. E c'è anche in paesi che hanno anche esteriormente l'aria di dittature come quella Cinese o un po' meno marcate come la Russia. Io inizierei a promuovere dei piccoli spazi in cui le persone potrebbero da bambini e da adolescenti esplorare liberamente la realtà che le circonda iniziando a muovere il corpo, a camminare, a muovere lo sguardo, a toccare gli oggetti, a capire le forme, a capire che se uno da una spinta ad un altro bambino quest'altro piange o gli restituisce la spinta a seconda del suo carattere, fino a formarsi un seme della personalità e poi un pensiero strutturato ed una rappresentazione consapevole di se stesso e del mondo che c'è intorno, per poi provare anche a metterla in discussione dopo che si è creata e si è in grado di avere un lavoro autonomo e si è liberi di fare scelte indipendenti a livello personale e lavorativo. I bambini di dieci anni per esempio almeno in Italia, ma anche nei paesi anglosassoni ricevono delle grandi pressioni psicologiche , insieme a molto affetto, basati sulle paure dei genitori che sono spesso irreali e non permettono loro di esplorare il mondo fisico e delle proprie idee e sensazioni in modo libero. Il genitore secondo me dovrebbe osservare con attenzione ed affetto il bambino da una certa distanza e lasciarlo libero, per intervenire, con tranquillità e fermezza solo in caso di un pericolo reale e lasciare con pazienza che il bambino esplori con curiosità, anche correndo quei piccoli rischi che può gestire, e fare entrare il bambino in zona di "lieve pericolo" più e più volte per farlo confrontare con la realtà senza intervenire in maniera psicologicamente coercitiva per far evitare che il bambino in un eventuale futuro possa mettersi in un pericolo eventuale. Bisogna poi ovviamente nel caso il bambino abbia paura ed insicurezza offrire affetto e calore umano quando ne ha bisogno a sua richiesta. Senza parlare di questa fase di apprendimento, a mio avviso, non si può parlare di alcun tipo di conoscenza o di mente umana o tecnologica o virtuale perchè non le riconoscerei alcuna base reale o poche o deformate capacità cognitive. O bisognerebbe spiegare e giustificare quale basi di realtà abbia una mente generata diversamente in modo artificiale o divino. Quindi secondo il mio avviso se la mente non ha una possibilità di libera esplorazione di quello che è esternamente ed interiormente confrontandosi regolarmente con il suo senso di insicurezza e di sicurezza e sapere ciò che la limita rispetto al suo senso di sopravvivenza fisica e psicologica non ha alcuna realtà o avrebbe una realtà che dovrebbe essere spiegata in qualche modo. Quindi in un certo senso una mente dovrebbe conoscere quale è il suo grado di libertà e io suoi orizzonti e le proprie limitazioni e dovrebbe conoscersi e relazionarsi all'esterno in base a queste conoscenze che ha acquisito spontaneamente ed empiricamente ed ha poi potuto spiegarsi e conoscere con il pensiero e le proprie emozioni. Senza questi requisiti la mente potrebbe essere meccanica, quindi non libera, e quindi una entità inanimata, o non conoscere i propri limiti e quindi non avere una sorta di senso o istinto di sopravvivenza o sensazione di vivere, e quindi ancora una entità inanimata, alcuna consapevolezza di ciò che è in relazione a come si è formata anche con un pensiero strutturato e quindi una mente inconsapevole, che ancora non è una mente o sono menti virtuali e non umane.
In alternativa ai canali tradizionali di formazione delle persone tramite l'educazione e poi lo studio nelle istituzioni culturali e scientifiche, proporrei, per i pochi casi che potrebbero riuscire a farlo e ne avessero dei benefici dei percorsi di studio indipendenti, scelti autonomamente dalla persona, che comunque dovrebbe avere una conoscenza chiara, di tipo anche accademico, ma magari senza aver alcun titolo di studio, scientifica ma anche culturale-storica o religiosa o anche di una disciplina o scienza che non esiste e che vuole creare e che rappresenta un nuovo modo di osservare la realtà e di pensare e di muoversi nel mondo, con i suoi metodi di lavoro, le sue possibilità di sviluppo e di portare dei risultati e i suoi limiti conseguenti ai metodi, alla tecnica e alle basi teoriche che ne caratterizzano le modalità e lo sviluppo. E comunque ancora direi che un approccio è secondo me valido, utilizzabile o metodico, solo se conoscendone le modalità con cui si sviluppa e con cui è stato creato e le basi teoriche su cui si è costruito sa quali sono i suoi limiti e i casi in cui non può fornire delle risposte attendibili. E questo sapere le basi e i limiti non è limitante come potrebbe sembrare ma è la base della consapevolezza e del confronto. E anche la teologia e la religione in quanto conoscenze rivelate o che non seguono i criteri storici, culturali o scientifici hanno una limitazione, almeno di applicazione nel mondo, dovuti e connaturati proprio al proprio carattere rivelato o mistico-religioso.
Comunque sono abbastanza contrario a creare delle discipline ibride tra scenze ufficiali e mistica o religione, a parte casi molto particolari, o che comunque non sono in realtà degli ibridi ma solo l'una o l'altra cosa. Sia a discipline di tipo di sviluppo del potenziale umano a partire da conoscenze pseudoscientifiche o psudomistiche, sia a discipline che dichiarano di essere scientifiche ma che non ne applicano realmente le metodologie e non ne seguono i criteri.
Invece io qui vorrei proporre un approccio all'apprendimento e al modo di pensare e di rappresentarsi la realtà e di strutturare la mente che non è del tutto nuovo ma è stato preso da altri ambiti in cui ha dato ottimi risultati e riutilizzato come modo per guardare la realtà e quindi per strutturare la propria mente ed il proprio pensiero in una modalità nuova, che non serve per sviluppare il potenziale umano, non è una scienza ufficiale che guarda il mondo esterno separato da se stessi e lo analizza con i metodi della scienza e non è una religione che postula rivelazioni o verità divine a cui le persone non possono normalmente accedere o che presumono l'esistenza di fenomeni sovrannaturali o sovrasensibili non spiegabili altrimenti che con la religione stessa. Ma contiene una comprensione e delle nozioni dell'etica e la pratica di virtù non assolute o rivelate e spiegabili o comprensibili sebbene presupponga la possibilità di cambiare il proprio modo di essere e di guardare la realtà ed è quindi una filosofia.
A parte i metodi conosciuti e tradizionali della filosofia intendendo con questo termine i sistemi di pensiero che si sono sviluppati a partire dall'antica grecia e che anche nel mondo moderno portano questo nome con un significato generalmente univoco ma anche facendo riferimento a sistemi di pensiero mistico-religiosi che però sono spiegabili a parole o comunque con le parole sono intuibili o ancora che tramite l'uso del linguaggio possono "ispirare" le persone anche con un linguaggio poetico o gradevole oppure molto analitico e strutturato e quindi sistemo orientali, Indù o Buddisti o di filosofia-mistica occidentali, vorrei proporre qui un metodo di strutturare il pensiero attraverso un insieme di schemi di comprensione (patterns of understanding), ognuno abbastanza piccolo, studiabile singolarmente, comprensibile e applicabile per osservare la realtà da quel punto di vista senza negare gli altri punti di vista. Ognuno abbastanza universale e con ampia applicazione sia nel mondo umano, nell'ambito scientifico, privato o in altri ambiti e ognuno spiegato abbastanza correttamente e sintetizzato in poche pagine, un nome e degli ambiti di applicazione e dei limiti. Un insieme di questi piccoli e completi schemi di comprensione possono formare una "mente" se supportati da un organismo o macchina biologica che abbia una storicità, nel senso che ci sia una traccia di come sia venuto alla luce, conosca i suoi limiti di comprensione e di esistenza o sopravvivenza ed abbia una esistenza fisica o un modo di interagire con il mondo che chiamiamo "materiale". Non approverei o non crederei invece l'esistenza di una "mente" che non abbia una giustificazione storica e non abbia o non conosca i propri limiti esistenziali, fisici o psicologico-animici e sia quindi eterna o immutabile e che possa "far vivere" questi schemi di comprensione.
Questi schemi di comprensione potrebbero riguardare tipi di conoscenze trasversali per disciplina e campo di applicazione e che si ripetono simili e quasi mai uguali nella mente, nella natura e nella realtà o nei modi e nelle strategie di agire e di risolvere i problemi o nei modi in cui gli oggetti fisici, organici e non, sono costituiti. Quindi questi sono una serie di principi generali in un certo senso.
Ne cito alcuni noti e anticamente conosciuti e applicati e ancora validi ai giorni nostri per inquadrare meglio una idea così astratta, vaga e poco definita.
Parlando di lotta o di strategia militare citerei quello che bisognerebbe, per vincere, applicare la massima forza in un punto abbastanza piccolo in cui c'è la massima debolezza o criticità dell'avversario.
Parlando di dinamiche tra guerra e pace citerei il principio secondo cui chi pratica la pace dovrebbe avere la supervisione o il controllo di chi pratica la guerra.
Parlando di rapporti umani citerei quello secondo cui non dovrebbe fare agli altri quello che non vorrebbe essere fatto a se stessi o vorrebbe fare agli altri ciò che vorrebbe essere fatto a se stessi. Questo nella misura in cui riconosca questa identità o questa specularità o pari dignità tra se stesso e un altro.
Citerei anche dei principi specifici per delle discipline per la progettazione del software, per la costruzione di edifici o per i propri spostamenti, sicurezza o per fare un lavoro o su come educare, insegnare e aiutare.
Potrei anche citare la massima che dice così in altro come in basso. Che non è solo una massima esoterica, ma la si ritrova nella struttura del cosmo come nelle particelle, come nell'organismo umano, come nei frattali e in alcune piante.
Ci sono anche principi ancora più ovvi e scontati che invece non applichiamo.
Come per esempio se vedi che una cosa è sbagliata o ha un problema e ne trovi un altra miglore o più adatta dovresti modificare la cosa che stai facendo o i metodi che usi o te stesso. E questo principio del "perfezionamento" in realtà ha anche dei limiti e non può essere applicato all'infinito o indiscriminatamente con un pensare "ingegneristico" perchè in realtà con un metodo di perfezionamento infinito o di continuo sforzo a migliorare spesso si segue un binario fisso e non si risolveranno mai altri tipi di problemi o guarderà mai la nostra realtà da un altro punto di vista o non si potranno mai raggiungere certi tipi di conoscenza.
Un altro principio è quello, anche questo in teoria ovvio, che se vedi una persona migliore di te in qualcosa o in generale, ma anche in una cosa piccola, potresti essere abbastanza umile da apprendere da lui quella cosa che tu non sai qualunque sia il tuo livello di conoscenza e di sviluppo e qualunque sia il suo anche a costo di essere estremamente umile e di dover rinunciare ad una certa egoicità o certa sicurezza e privilegi, questo sia che l'altra persona sia un maestro o una persona qualunque.
Altri schemi per esempio biologici dicono che la vita tende sempre ad espandersi e a crescere, ma anche questi schemi hanno dei limiti e delle eccezioni e le forme di vita che non tendono a crescere o ad espandersi ma potrebbero anche crescere e deperire sia contemporaneamente che a fasi alterne che come succede nel mondo materiale con i cicli di nascita, crescita e morte.
Un altro principio è che più o meno ogni pensiero o frase o concetto o cosa che vediamo può essere visto da più direzioni o ha più versi di quanti pensiamo o ci rappresentiamo. Ed in parte questa struttura a schemi di comprensione piccoli, separati ed interconessi permette molte percorrenze e relazioni o similitudine dall'uno all'altro. E così è fatta anche la realtà materiale, il pensiero e la materia.
Un altro principio è di mantenere più semplicità di quanto si immaginerebbe o si vorrebbe fare.
Un altro è di applicare gentilezza in generale nelle relazioni umane ma perfino con gli oggetti e le parole anche scritte, leggendo o scrivendo, e quasi sempre se ne ricavano dei benefici.
Un altro principio è che è possibile analizzare e quindi separare in parti e in fasi più o meno ogni cosa, idea o processo per approfondire e spiegare alcune cose e poi è possibile sintetizzare di nuovo una analisi dettagliata e strutturata in una entità semplice, coerente e organica in modo di poter appicare praticamente, facilmente ed elegantemente le cose che si è compreso non dovendo pensarci mentre le si applica.
Collegato a quest'ultimo è il concetto di svelare e velare una conscenza, tecnica o cosa. Normalmente quando si applica una conoscenza di cui si ha la padronanza non ci si pensa e non la si spiega contemporaneamente mentre la si applica. E in un certo senso mentre la si applica elegantemente e con maestria non la si conosce più ma la si è integrata nel proprio essere ed in quel momento è di nuovo celata alla vista. Poi la si può di nuovo dedurre dal comportamento e capire o analizzare, magari da altri o da se stessi per un ulteriore approfondimento.
Un altro principio è che una verità se è guardata da più punti di vista contemporaneamente diversi e che danno risultati simile ma non identici ha un grado di verità più profondo di una verità detta da un solo punto di vista.
Un articolo di questo blog potrebbe esser visto come uno specifico schema di comprensione, mentre un altro potrebbe spiegare tutto il blog da un punto di vista e un altro ancora spiegare l'intero blog da un altro punto di vista.
Parlando della mia visione e percezione di quello che viene definito e pubblicizzato come "sogno Americano" direi che il principio secondo il quale ogni persona potrebbero avere diritto indipendentemente dalla situazione di partenza, sociale, economica, culturale o etnica avere diritto a realizzare la felicità, in questa vita, purchè si sia disposti ad un impegno ed uno sforzo, anche estremo se si dispone di qualche capacità e talento, ma anche con poche capacità e talento. Io vedrei così il principio di libertà ad essere felici su cui si potrebbe basare l'America (del nord) anche senza che sia necessario un enorme apparato militare, tecnologico e mediatico per la difesa dello stesso o per la critica o l'attacco dei nemici, ma forse possibilmente perfino senza quel tipo di sistema economico, ma con altri meccanismi di regolazione delle relazioni sociali, commerciali o dei meriti, delle virtù acquisite o dei valori.
Ora vorrei parlare brevemente di persone robotizzate o con il codice a barre o trattate come prodotti commerciali o come persone con un libero arbitrio vincolato o senza libero arbitrio.
Vorrei introdurre un ultimo schema di comprensione che ho capito e verificato sulla libertà. Questo schema dice che la nostra percezione della libertà si può, a seconda del nostro grado di consapevolezza e della nostra situazione, ampliare o ridurre. E vorrei dire che per ogni volta che il nostro libero arbitrio sembra ridursi sempre di più e pensiamo di essere subordinati, schiavi o che ci stanno privando della nostra libertà, se questa cosa è reale ed il nostro libero arbitrio si stà riducendo è sempre possibile entrare con fiducia in un imbuto o singolarità dove il libero arbitrio sembra restringersi all'infinito fino a scomparire per poi entrare in un altro stato di coscienza o mondo in cui c'è un grado di libertà superiore. E questo è il principio secondo il quale la coscienza e la persona, singole ed in gruppo, si evolvono secondo salti e balzi o secondo dei cicli. Quindi vorrei incoraggiarvi e darvi fiducia in quasiasi situazione siate o credete di essere specialmente se la situazione è disagevole, critica o sofferente o di ridotta libertà, e più critica e più avete la possibilità di evolvere e di svilupparvi. Se non ci fossero queste situazioni sarebbe impossibile o ancora più difficile evolvere.
Il titolo è in Inglese perchè il binomio "Pattens of understanding" mi sembrava interessante così come è a volte usato dalla cultura e dalla scienza anglosassone. Dal mio punto di vista per spiegare lo sviluppo umano, come e perchè viene enfatizzato, e direzionato tramite l'educazione dai bambini e poi dallo studio scolastico, dalle istituzioni scientifiche universitarie fino a quelle religiose ed econimiche e perfino dalla letteratura e filmografia e dalla musica e dalle attività sportive c'è bisogno di una breve giustificazione filosofica. Io sto coniando e lanciando il seme di questa "filosofia dello sviluppo umano" perchè ci sia confronto e venga spiegato il perchè di certi sistemi educativi e culturali e di certe attività umane promosse da alcuni sistemi ideologici, politici ed economici e sia chiaro in quale direzione portano, quali limiti hanno e quali alternative ci sono. Il dialogo è tra coloro che leggono questo articolo con la proposta di usare questi metodi che sto proponendo e questi concetti di saggezza generale come punti generali di contatto e di riferimento.
Una cosa di base che noterei subito guardando il mondo e la società è che c'è un controllo più o meno assoluto di una questione così critica e cruciale per lo sviluppo dell'umanità come quella che vorrebbe decidere o supervisionare quale è la strada che si vorrebbe intraprendere. Il controllo quasi assoluto c'è nei mondi anglosassoni dove si sbandiera ossessivamente un tipo di ideale della libertà e un modo specifico di intendere la libertà come pure c'è in seno al Cristianesimo in particolare Cattolico. E c'è anche in paesi che hanno anche esteriormente l'aria di dittature come quella Cinese o un po' meno marcate come la Russia. Io inizierei a promuovere dei piccoli spazi in cui le persone potrebbero da bambini e da adolescenti esplorare liberamente la realtà che le circonda iniziando a muovere il corpo, a camminare, a muovere lo sguardo, a toccare gli oggetti, a capire le forme, a capire che se uno da una spinta ad un altro bambino quest'altro piange o gli restituisce la spinta a seconda del suo carattere, fino a formarsi un seme della personalità e poi un pensiero strutturato ed una rappresentazione consapevole di se stesso e del mondo che c'è intorno, per poi provare anche a metterla in discussione dopo che si è creata e si è in grado di avere un lavoro autonomo e si è liberi di fare scelte indipendenti a livello personale e lavorativo. I bambini di dieci anni per esempio almeno in Italia, ma anche nei paesi anglosassoni ricevono delle grandi pressioni psicologiche , insieme a molto affetto, basati sulle paure dei genitori che sono spesso irreali e non permettono loro di esplorare il mondo fisico e delle proprie idee e sensazioni in modo libero. Il genitore secondo me dovrebbe osservare con attenzione ed affetto il bambino da una certa distanza e lasciarlo libero, per intervenire, con tranquillità e fermezza solo in caso di un pericolo reale e lasciare con pazienza che il bambino esplori con curiosità, anche correndo quei piccoli rischi che può gestire, e fare entrare il bambino in zona di "lieve pericolo" più e più volte per farlo confrontare con la realtà senza intervenire in maniera psicologicamente coercitiva per far evitare che il bambino in un eventuale futuro possa mettersi in un pericolo eventuale. Bisogna poi ovviamente nel caso il bambino abbia paura ed insicurezza offrire affetto e calore umano quando ne ha bisogno a sua richiesta. Senza parlare di questa fase di apprendimento, a mio avviso, non si può parlare di alcun tipo di conoscenza o di mente umana o tecnologica o virtuale perchè non le riconoscerei alcuna base reale o poche o deformate capacità cognitive. O bisognerebbe spiegare e giustificare quale basi di realtà abbia una mente generata diversamente in modo artificiale o divino. Quindi secondo il mio avviso se la mente non ha una possibilità di libera esplorazione di quello che è esternamente ed interiormente confrontandosi regolarmente con il suo senso di insicurezza e di sicurezza e sapere ciò che la limita rispetto al suo senso di sopravvivenza fisica e psicologica non ha alcuna realtà o avrebbe una realtà che dovrebbe essere spiegata in qualche modo. Quindi in un certo senso una mente dovrebbe conoscere quale è il suo grado di libertà e io suoi orizzonti e le proprie limitazioni e dovrebbe conoscersi e relazionarsi all'esterno in base a queste conoscenze che ha acquisito spontaneamente ed empiricamente ed ha poi potuto spiegarsi e conoscere con il pensiero e le proprie emozioni. Senza questi requisiti la mente potrebbe essere meccanica, quindi non libera, e quindi una entità inanimata, o non conoscere i propri limiti e quindi non avere una sorta di senso o istinto di sopravvivenza o sensazione di vivere, e quindi ancora una entità inanimata, alcuna consapevolezza di ciò che è in relazione a come si è formata anche con un pensiero strutturato e quindi una mente inconsapevole, che ancora non è una mente o sono menti virtuali e non umane.
In alternativa ai canali tradizionali di formazione delle persone tramite l'educazione e poi lo studio nelle istituzioni culturali e scientifiche, proporrei, per i pochi casi che potrebbero riuscire a farlo e ne avessero dei benefici dei percorsi di studio indipendenti, scelti autonomamente dalla persona, che comunque dovrebbe avere una conoscenza chiara, di tipo anche accademico, ma magari senza aver alcun titolo di studio, scientifica ma anche culturale-storica o religiosa o anche di una disciplina o scienza che non esiste e che vuole creare e che rappresenta un nuovo modo di osservare la realtà e di pensare e di muoversi nel mondo, con i suoi metodi di lavoro, le sue possibilità di sviluppo e di portare dei risultati e i suoi limiti conseguenti ai metodi, alla tecnica e alle basi teoriche che ne caratterizzano le modalità e lo sviluppo. E comunque ancora direi che un approccio è secondo me valido, utilizzabile o metodico, solo se conoscendone le modalità con cui si sviluppa e con cui è stato creato e le basi teoriche su cui si è costruito sa quali sono i suoi limiti e i casi in cui non può fornire delle risposte attendibili. E questo sapere le basi e i limiti non è limitante come potrebbe sembrare ma è la base della consapevolezza e del confronto. E anche la teologia e la religione in quanto conoscenze rivelate o che non seguono i criteri storici, culturali o scientifici hanno una limitazione, almeno di applicazione nel mondo, dovuti e connaturati proprio al proprio carattere rivelato o mistico-religioso.
Comunque sono abbastanza contrario a creare delle discipline ibride tra scenze ufficiali e mistica o religione, a parte casi molto particolari, o che comunque non sono in realtà degli ibridi ma solo l'una o l'altra cosa. Sia a discipline di tipo di sviluppo del potenziale umano a partire da conoscenze pseudoscientifiche o psudomistiche, sia a discipline che dichiarano di essere scientifiche ma che non ne applicano realmente le metodologie e non ne seguono i criteri.
Invece io qui vorrei proporre un approccio all'apprendimento e al modo di pensare e di rappresentarsi la realtà e di strutturare la mente che non è del tutto nuovo ma è stato preso da altri ambiti in cui ha dato ottimi risultati e riutilizzato come modo per guardare la realtà e quindi per strutturare la propria mente ed il proprio pensiero in una modalità nuova, che non serve per sviluppare il potenziale umano, non è una scienza ufficiale che guarda il mondo esterno separato da se stessi e lo analizza con i metodi della scienza e non è una religione che postula rivelazioni o verità divine a cui le persone non possono normalmente accedere o che presumono l'esistenza di fenomeni sovrannaturali o sovrasensibili non spiegabili altrimenti che con la religione stessa. Ma contiene una comprensione e delle nozioni dell'etica e la pratica di virtù non assolute o rivelate e spiegabili o comprensibili sebbene presupponga la possibilità di cambiare il proprio modo di essere e di guardare la realtà ed è quindi una filosofia.
A parte i metodi conosciuti e tradizionali della filosofia intendendo con questo termine i sistemi di pensiero che si sono sviluppati a partire dall'antica grecia e che anche nel mondo moderno portano questo nome con un significato generalmente univoco ma anche facendo riferimento a sistemi di pensiero mistico-religiosi che però sono spiegabili a parole o comunque con le parole sono intuibili o ancora che tramite l'uso del linguaggio possono "ispirare" le persone anche con un linguaggio poetico o gradevole oppure molto analitico e strutturato e quindi sistemo orientali, Indù o Buddisti o di filosofia-mistica occidentali, vorrei proporre qui un metodo di strutturare il pensiero attraverso un insieme di schemi di comprensione (patterns of understanding), ognuno abbastanza piccolo, studiabile singolarmente, comprensibile e applicabile per osservare la realtà da quel punto di vista senza negare gli altri punti di vista. Ognuno abbastanza universale e con ampia applicazione sia nel mondo umano, nell'ambito scientifico, privato o in altri ambiti e ognuno spiegato abbastanza correttamente e sintetizzato in poche pagine, un nome e degli ambiti di applicazione e dei limiti. Un insieme di questi piccoli e completi schemi di comprensione possono formare una "mente" se supportati da un organismo o macchina biologica che abbia una storicità, nel senso che ci sia una traccia di come sia venuto alla luce, conosca i suoi limiti di comprensione e di esistenza o sopravvivenza ed abbia una esistenza fisica o un modo di interagire con il mondo che chiamiamo "materiale". Non approverei o non crederei invece l'esistenza di una "mente" che non abbia una giustificazione storica e non abbia o non conosca i propri limiti esistenziali, fisici o psicologico-animici e sia quindi eterna o immutabile e che possa "far vivere" questi schemi di comprensione.
Questi schemi di comprensione potrebbero riguardare tipi di conoscenze trasversali per disciplina e campo di applicazione e che si ripetono simili e quasi mai uguali nella mente, nella natura e nella realtà o nei modi e nelle strategie di agire e di risolvere i problemi o nei modi in cui gli oggetti fisici, organici e non, sono costituiti. Quindi questi sono una serie di principi generali in un certo senso.
Ne cito alcuni noti e anticamente conosciuti e applicati e ancora validi ai giorni nostri per inquadrare meglio una idea così astratta, vaga e poco definita.
Parlando di lotta o di strategia militare citerei quello che bisognerebbe, per vincere, applicare la massima forza in un punto abbastanza piccolo in cui c'è la massima debolezza o criticità dell'avversario.
Parlando di dinamiche tra guerra e pace citerei il principio secondo cui chi pratica la pace dovrebbe avere la supervisione o il controllo di chi pratica la guerra.
Parlando di rapporti umani citerei quello secondo cui non dovrebbe fare agli altri quello che non vorrebbe essere fatto a se stessi o vorrebbe fare agli altri ciò che vorrebbe essere fatto a se stessi. Questo nella misura in cui riconosca questa identità o questa specularità o pari dignità tra se stesso e un altro.
Citerei anche dei principi specifici per delle discipline per la progettazione del software, per la costruzione di edifici o per i propri spostamenti, sicurezza o per fare un lavoro o su come educare, insegnare e aiutare.
Potrei anche citare la massima che dice così in altro come in basso. Che non è solo una massima esoterica, ma la si ritrova nella struttura del cosmo come nelle particelle, come nell'organismo umano, come nei frattali e in alcune piante.
Ci sono anche principi ancora più ovvi e scontati che invece non applichiamo.
Come per esempio se vedi che una cosa è sbagliata o ha un problema e ne trovi un altra miglore o più adatta dovresti modificare la cosa che stai facendo o i metodi che usi o te stesso. E questo principio del "perfezionamento" in realtà ha anche dei limiti e non può essere applicato all'infinito o indiscriminatamente con un pensare "ingegneristico" perchè in realtà con un metodo di perfezionamento infinito o di continuo sforzo a migliorare spesso si segue un binario fisso e non si risolveranno mai altri tipi di problemi o guarderà mai la nostra realtà da un altro punto di vista o non si potranno mai raggiungere certi tipi di conoscenza.
Un altro principio è quello, anche questo in teoria ovvio, che se vedi una persona migliore di te in qualcosa o in generale, ma anche in una cosa piccola, potresti essere abbastanza umile da apprendere da lui quella cosa che tu non sai qualunque sia il tuo livello di conoscenza e di sviluppo e qualunque sia il suo anche a costo di essere estremamente umile e di dover rinunciare ad una certa egoicità o certa sicurezza e privilegi, questo sia che l'altra persona sia un maestro o una persona qualunque.
Altri schemi per esempio biologici dicono che la vita tende sempre ad espandersi e a crescere, ma anche questi schemi hanno dei limiti e delle eccezioni e le forme di vita che non tendono a crescere o ad espandersi ma potrebbero anche crescere e deperire sia contemporaneamente che a fasi alterne che come succede nel mondo materiale con i cicli di nascita, crescita e morte.
Un altro principio è che più o meno ogni pensiero o frase o concetto o cosa che vediamo può essere visto da più direzioni o ha più versi di quanti pensiamo o ci rappresentiamo. Ed in parte questa struttura a schemi di comprensione piccoli, separati ed interconessi permette molte percorrenze e relazioni o similitudine dall'uno all'altro. E così è fatta anche la realtà materiale, il pensiero e la materia.
Un altro principio è di mantenere più semplicità di quanto si immaginerebbe o si vorrebbe fare.
Un altro è di applicare gentilezza in generale nelle relazioni umane ma perfino con gli oggetti e le parole anche scritte, leggendo o scrivendo, e quasi sempre se ne ricavano dei benefici.
Un altro principio è che è possibile analizzare e quindi separare in parti e in fasi più o meno ogni cosa, idea o processo per approfondire e spiegare alcune cose e poi è possibile sintetizzare di nuovo una analisi dettagliata e strutturata in una entità semplice, coerente e organica in modo di poter appicare praticamente, facilmente ed elegantemente le cose che si è compreso non dovendo pensarci mentre le si applica.
Collegato a quest'ultimo è il concetto di svelare e velare una conscenza, tecnica o cosa. Normalmente quando si applica una conoscenza di cui si ha la padronanza non ci si pensa e non la si spiega contemporaneamente mentre la si applica. E in un certo senso mentre la si applica elegantemente e con maestria non la si conosce più ma la si è integrata nel proprio essere ed in quel momento è di nuovo celata alla vista. Poi la si può di nuovo dedurre dal comportamento e capire o analizzare, magari da altri o da se stessi per un ulteriore approfondimento.
Un altro principio è che una verità se è guardata da più punti di vista contemporaneamente diversi e che danno risultati simile ma non identici ha un grado di verità più profondo di una verità detta da un solo punto di vista.
Un articolo di questo blog potrebbe esser visto come uno specifico schema di comprensione, mentre un altro potrebbe spiegare tutto il blog da un punto di vista e un altro ancora spiegare l'intero blog da un altro punto di vista.
Parlando della mia visione e percezione di quello che viene definito e pubblicizzato come "sogno Americano" direi che il principio secondo il quale ogni persona potrebbero avere diritto indipendentemente dalla situazione di partenza, sociale, economica, culturale o etnica avere diritto a realizzare la felicità, in questa vita, purchè si sia disposti ad un impegno ed uno sforzo, anche estremo se si dispone di qualche capacità e talento, ma anche con poche capacità e talento. Io vedrei così il principio di libertà ad essere felici su cui si potrebbe basare l'America (del nord) anche senza che sia necessario un enorme apparato militare, tecnologico e mediatico per la difesa dello stesso o per la critica o l'attacco dei nemici, ma forse possibilmente perfino senza quel tipo di sistema economico, ma con altri meccanismi di regolazione delle relazioni sociali, commerciali o dei meriti, delle virtù acquisite o dei valori.
Ora vorrei parlare brevemente di persone robotizzate o con il codice a barre o trattate come prodotti commerciali o come persone con un libero arbitrio vincolato o senza libero arbitrio.
Vorrei introdurre un ultimo schema di comprensione che ho capito e verificato sulla libertà. Questo schema dice che la nostra percezione della libertà si può, a seconda del nostro grado di consapevolezza e della nostra situazione, ampliare o ridurre. E vorrei dire che per ogni volta che il nostro libero arbitrio sembra ridursi sempre di più e pensiamo di essere subordinati, schiavi o che ci stanno privando della nostra libertà, se questa cosa è reale ed il nostro libero arbitrio si stà riducendo è sempre possibile entrare con fiducia in un imbuto o singolarità dove il libero arbitrio sembra restringersi all'infinito fino a scomparire per poi entrare in un altro stato di coscienza o mondo in cui c'è un grado di libertà superiore. E questo è il principio secondo il quale la coscienza e la persona, singole ed in gruppo, si evolvono secondo salti e balzi o secondo dei cicli. Quindi vorrei incoraggiarvi e darvi fiducia in quasiasi situazione siate o credete di essere specialmente se la situazione è disagevole, critica o sofferente o di ridotta libertà, e più critica e più avete la possibilità di evolvere e di svilupparvi. Se non ci fossero queste situazioni sarebbe impossibile o ancora più difficile evolvere.
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