Spartito colorato

Spartito colorato

sabato 27 febbraio 2021

Questa volta era diversa

 Domenica, 21, Febbraio, 2021 Ore 13:48

Mi sono messo a camminare intorno alla struttura come ormai faccio spesso, almeno ogni giorno. Lo faccio per muovermi, per fare circolare il sangue, per respirare e per cambiare aria. Dentro è tutto un po' stantio. Persone stanche, incastrate dalle proprie abitudini, dai propri limiti, dalle proprie meccanicità, di fronte ad una situazione problematica che non si riesce a vedere con occhi nuovi, con idee creative per far rimpicciolire i problemi.
Ma oggi è tutto diverso: c'è il sole. Camminando non ho potuto non notare qualche timida margherita, quache isolato fiore giallo e perfino delle macchie violette che emergono dal verde dell'erba. Sono fatte di piccolissimi fiori, fuori  violetto a sfumare verso dentro color bianco.
Il mio passo veloce mi permette comunque di notare ciò che ho intorno: piccoli gruppi di persone seduti sull'erba che parlano a bassa voce poichè qualcuno sta riposando ma così inconsapevolmente lasciando spazio al silenzio del cinguettio delle varie speci di uccelli e del soffio del vento. Molte persone fanno attività per la propria salute scelta liberamente: dalla corsa o camminata alla ginnastica ad esercizi che ricordano delle arti marziali. Qualcuno ascolta la radio ma il volume è così basso che quasi mi sembra abbia colto un invito a non coprire o rovinare la splendida atmosfera che si è creata.
A passo lungo ancora dò un'occhiata a dove sono tenute le persone anziane in modo che possano vivere serenamente la parte di vita che gli rimane. A volte qualcuno si fa prendere dalla disperazione , ma poi viene assistito per quanto possibile. All'inizio io ho provato anche ad aiutare ma poi ho capito che è il naturale decorso delle cose; quindi un piccolo saluto, anche rispettoso dell'immagine che abbiamo della morte, e si passa oltre.
Ora sono seduto e posso ammirare dei pini e dietro l'orizzonte aperto. Questo a differenza delle città che propongono sempre una visuale un poco claustrofobica. Mi fermo a fantasticare: chissà se una persona possa portare con se questo sguardo, questo orizzonte aperto nella propria vita. Rimango ancora un po' ad osservare i pini e il panorama e mi accorgo di una signora bionda che non ho mai visto parlare con nessuno. Credo che avvicinandomi lei interpreterebbe male il mio atteggiamento. Ma mi ricordo che ieri ad esempio ho parlato con Sergio: un signore un po' in la con l'età che è sempre silenzioso. Ho detto un paio di cose giocose e lui ha sorriso. Mi sono sentito soddisfatto anche io. Ho in oltre già imparato che non sono sempre dell'umore per poter dare qualcosa al prossimo e che prima devo proteggere me stesso.
Quest'ora del primo pomeriggio ha sempre avuto del fascino su di me: è come stare in un posto in cui gli altri non sono ancora stati. Mi ricorda il concetto di "verginità" che è possibile coniugare in molti modi: come in foresta vergine, persona vergine o perfino verginità mentale. La mia mente continua a vagare per il panorama e mi interrogo su quale sia il panorama interiore, lo sguardo interiore, che molte  persone hanno: molte storie personali di cui so poco o nulla. Grandi e piccole sofferenze e sfide quotidiane mentre fuori c'è il menefreghismo più totale. Quasi tutti gli utenti hanno delle lamentele o critiche verso questo posto (dalla mensa alle poche uscite). Io ho visto invece che molti operatori fanno il proprio lavoro, a volte rischiando di essere stressati, altre volte con tantissimo impegno ma sempre a cuore aperto.
Se l'ospite si fa invogliare da questa mentalità positiva, il posto si trasforma in una piccola oasi in cui il mondo si ferma e abbiamo tempo per prendere fiato. Bisogna solo fare attenzione a non rimanerne intrappolati: sta a noi poi tornare al mondo.





lunedì 22 febbraio 2021

La sensibilità dell'asceta

 Al momento ho una personalità che è strutturata per essere sensibile al massimo al mondo spirituale, come uno strumento altamente delicato e specializzato. Per avere una personalità adatta a delle reazioni veloci, a difendersi, a sgomitare tra la gente bisognerebbe strutturarla diversamente. Se andassi a lavorare insomma in un posto a contatto con il pubblico o in cui bisogna alzare la voce dovrei perdere il prezioso dono che ho. Ma alla fine cosa è meglio? Ho preferito uscire quasi del tutto dal mondo della rispettabilità e dell'essere accettato dalla maggioranza delle persone e dall'essere considerato "sano" per fare qualcosa di buono per l'umanità e per il pianeta. Ma neanche chiedo nulla in cambio.   

Ora da un po' di tempo mi pare che sono ottimista sul fatto che posso, potrò, a breve tornare nel mondo, forse lavorando, o facendo delle altre attività e contemporaneamente mantenendo la mia interiorità per quello che sono e in cui mi riconosco e in cui trovo più senso. Insomma si può essere un asceta-urbano. 

 



Su alcuni aspetti positivi delle aree oscure

 Sono andato in aree oscure della vita non perchè sono amante dell'ombra, ne per mie difficoltà, ma forse per mostrare che la luce arriva anche la. Se la vogliamo accogliere... Boh non sono sicuro. Qualche difficoltà le ho anche, ma sono anche pregi in un certo senso.