Spartito colorato

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sabato 21 luglio 2018

La fede nella scienza e la buona conoscenza scientifica

(titolo originale: La fede nella scienza, la buona conoscenza scientifica. Il fanatismo religioso e il discernimento morale. Come vedo "dio"?)

C'è una tendenza nel mondo moderno, soprattutto nei pesi anglosassoni a basare tutto sulla scienza. Sulla base di statistiche o di spiegazioni scientifiche si vorrebbero prendere delle decisioni sulla politica, sulla salute e sull'etica. Basta che ci sia una motivazione scientifica. Ma chi un pochino conosce il pensiero scientifico sa che non ci può essere certezza di nulla. Al limite appossimazioni successive finchè è anche possibile che una idea venga completamente cambiata. Chi non accetta questa base del pensiero scientifico o è uno scientista, e spera che la scienza fornisca tutte le soluzioni, o è un tecnocrate.
Nella mia esperienza da informatico ho sperimentato che la cura nel fare le cose, quasi "artigianale", la chiarezza del pensiero e il prendersi tempo per progettare prima di realizzare e per dialogare affabilmente e direttamente, quindi anche un aspetto umano sono insostituibili. Il cercare di industrializzare troppo il processo può avere qualche risultato ma se eccedi in questo finisci per mettere i codici a barre ai lavoratori e ottieni l'effetto di bloccare la vera innovazione e le idee creative.
Tuttavia io non sono contrario e amo le scienze e so che daranno ancora frutti bellissimi ma esiste un limite intrinseco nelle scienze e nell'approccio scientifico a capire il fenomeno della vita e la sua origine.
Il versante religioso è simile. Si basa sulla fede che in qualche caso porta al fanatismo oppure ad una serena ignoranza. C'è perfino chi cerca di dimostrare l'esistenza di dio. Qualcosa che per definizione è increato e che può arrivare all'uomo, mentre perchè avvenga il contrario servono delle circostanze particolari. E' probabilmente possibile che una persona che intuisce qualcosa usi la ragione o il linguaggio per portare l'altra persona alla stessa intuizione. Peggio invece propagandare e convertire con pressioni e minacce o paure varie. Fino ad arrivare all'ultimo stadio dove si uccide chi non si converte e gli infedeli.
Il discernimento morale invece è più innocuo e lo possiamo sviluppare con una vita equilibrata e armoniosa. Ma un altro discernimento morale diciamo più ampio e preciso ha una difficoltà intrinseca ad essere contenuto da una personalità di tipo umano e catturato dal pensiero. E da qui partono tutte le correnti mistiche, ascetiche e religiose ed il trascendentalismo che più o meno dice che dobbiamo trasformarci per avere accesso o essere ispirati da un certo tipo di conoscenza illimitata o di grado superiore. Ma non è necessario mortificare il corpo o vivere isolati o in un contesto particolare per fare questo. La parola ascesi in origine significava esercizio o allenamento, anche sportivo. Bisogna ritagliarsi una vita adatta allo scopo. Più che altro l'idea è che se siamo arrivati ad una comprensione o ad una verità o ad una etica al di sopra dell'umano possiamo fare si che questa verità trasformi anche la personalità in modo da poter esprimersi nel mondo e fare qualcosa. In realtà è perfino possibile trasformarci per accedere ad una sorta di verità non morale o etica ma di altro tipo, in una altra area, in qualunque modo vediamo la verità. Ma poi le verità dovranno integrarsi e unirsi.Tutte queste possibilità le vedrei simili a "dio" in potenza. Cioè "dio" che non si è ancora manifestato ma contiene mille potenzialità che qualcuno può intuire.




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