Spartito colorato

Spartito colorato

sabato 31 ottobre 2015

La sola rivoluzione

C'è una rivoluzione che dobbiamo fare. Per sottrarci a tutte le miserie e le ingiustizie che accadono nel mondo. Questa rivoluzione non parte da teorie. Non parte da ideologie. Non parte dalle armi. Parte da una radicale trasformazione della nostra mente.



martedì 20 ottobre 2015

Un mondo senza petrolio e senza armi

In molti potrebbero condividere in linea di principio questi valori. Pochi indicano una strada chiara per arrivarci. Il primo passo da fare è rendersi conto che non c'è scelta. La benzina ci serve per andare a lavoro e nessun partito attualmente presente propone di arrivare alla sostituzione dell'esercito con un metodo gentile per garantire la sicurezza. In realtà esiste una piccola parte della popolazione che è nel benessere e per difendere una struttura iniqua è costretta a vari mezzi tra cui le armi. Io sono stato escluso dal benessere e sto lavorando per un modello diverso. Il sistema cercherà di incanalarci sia con le buone facendoci desiderare beni materiali usando vip e immagini attraenti ma anche con le cattive. Escludendoci, minacciandoci. Io sto formando persone non ricattabili. Non adescabili. Che vanno dritti all'obiettivo. Vorremmo andare in un casale e vivere senza petrolio. Ma non isolandoci. Il nostro lavoro è fare informazione e sensibilizzare l'opinione pubblica. Ovviamente se nessuno mettesse più benzina il paese si fermerebbe e fallirebbe. Così se smantellassimo l'esercito unilateralmente verremmo conquistati. Noi stiamo costruendo un alternativa sia all'economia dominata dal petrolio sia alla sicurezza costruita con la forza delle armi. Prima di armarci dovremmo capire perchè ci odiano. Non condivido la legge del più forte. E' una legge preistorica e immorale. Ci ispiriamo a Gandhi. Abbiamo un'alternativa. E' arrivato il momento di cambiare.


 

martedì 6 ottobre 2015

Religione aperta

Una religione open source è  come il software i cui sorgenti sono liberamente disponibili per essere studiati e modificati da tutti. Chiunque indaga liberamente e con un talento può arrivare a conoscere il divino o una sua parte sia che egli adotti un metodo scientifico, sia che egli sia un filosofo o un teologo, sia se egli sia dotato di compassione o amore sia che si tratti di una persona non specializzata che segua un maestro iniziato. Ogniuno potrà dare il proprio contributo al miglioramento della "religione" se è questa la sua inclinazione. In realtà anche chi fa un lavoro normale contribuisce al buon funzionamento del sistema e questo va conteggiato. Ma chi si sente proprio perduto e non trova giustizia ne coerenza nel mondo può fare una indagine seria ed arrivare senza dogmi a conoscere un ordine nel mondo e a trovare il bene. Per ora è ancora un progetto in fase embrionale ma di qui a poco sarà resa fruibile la conoscenza del divino che non sarà più rinchiusa nei misteri esoterici, nei segreti del Vaticano o negli scrigni buddisti. Non è una nuova religione. Si tratta di rendere disponibile uno studio e delle realizzazioni che hanno portato a catturare il cuore e il senso presente nelle varie religioni ma anche nelle filosofie e nelle scienze. Cercate un mondo giusto? Il bene, la verità?  Fate un pezzo di cammino insieme a me. Arriverete a vedere il divino negli alberi, nel cielo e negli uomini. Non avrete bisogno di strutture di rituali ne di sacerdoti. Arrivati alla percezione diretta vi renderete conto di quanto infelici sono gli uomini e vorrete aiutarli. Inizierete a parlare. All'inizio in modo casuale, fortuito. Poi vorrete raggiungere più persone possibili e avrete bisogno di aiutanti, di una struttura, di un linguaggio. Scoprirete anche che ciò che avete da dire non sarà comprensibile nè sarà accolto da tutti allo stesso modo. Potrebbe sembrare esoterismo, ma non lo è. Sembrerà un'altra religione ma non è neanche essa.  La vostra azione è interamente trascendentale.




sabato 3 ottobre 2015

Reincarnazione e vita eterna

Noi siamo apparentemente individui separati. Siamo più o meno impermeabili l'uno all'altro. Siamo apparentemente mortali. È davvero così? 
Se ad esempio faccio un atto di gentilezza verso una persona e questa persona né fa un altro a sua volta verso una terza persona, questa gentilezza che cammina e si espande attraverso degli individui è come se avesse una vita propria. Così posso dare sommessamente un consiglio e senza saperlo far germogliare un nuovo stile di vita, un'impresa, un cambiamento culturale. Le nostre parole atteggiamenti e gesti nelle circostanze appropriate possono generare delle onde che passano attraverso le persone. Noi solitamente siamo identificati con il nostro ego, il nostro guscio chiuso e ci perdiamo la spaziositå di questo movimento. Dovremmo ripulire le nostre identificazioni e vedere che siamo fatti di piccoli gesti gentili che camminano. A questo livello gli ego sono come immersi in un liquido e sono molto comunicanti. L'immortalità è ad un passo. In realtà sono le azioni costruttive, buone che permangono di più. I cattivi lasciano il tempo che trovano e vengono dimenticati anche se costruiscono grandi imprese. Si tratta di una falsa ricerca di permanenza. Bisogna svuotarsi della falsa ricerca. E poi naturalmente inizieremo a cercare la permanenza dove veramente c'è. 






giovedì 17 settembre 2015

La vena artistica soffocata

L'arte non è un lusso per pochi ricchi annoiati. In una società equilibrata essa esercita il suo ruolo per armonizzare paure, rabbie, per liberare del Karma negativo. Fascismo, chiesa cattolica, nuovo ordine mondiale e povertà si sono alleati per distruggere l'arte. Io avevo diversi talenti artistici che ho in parte represso dedicandomi alla carriera informatica. Ora l'arte sta reclamando il suo spazio. Sono ancora qui. Sono qui. Non mi hai uccisa. Sono invisibile e sepolta sotto tonnellate di miseria d'animo, materialismo e paure. Il seme dell'arte è ovunque, sottoterra che aspetta le condizioni buone per germogliare. 


giovedì 10 settembre 2015

L'amico spirituale

Esistono persone che possono dare consigli e sostenere altre persone rimanendo a pari livello. Non fanno prediche, non si mettono su un piedistallo e non giudicano. Sono umili e non tengono il loro sapere e le loro conoscenze segrete ma le condividono e vogliono essere imitati.  Amano la giustizia. Hanno una coscienza etica. Non danno molta importanza alla forma. Sono rari e preziosi ma in futuro c'è ne saranno di più. Non hanno una religione intesa come si intende comunemente il termine ma ne cercano tutte le virtù. Si immischiano nella vita reale, nel caos ma non sono di questo mondo. Sono angeli. Io ne ho incontrati. Siate aperti e fatevi aiutare.




martedì 8 settembre 2015

Comunismo spirituale

Adorare Krishna porta a felicità e ad a staccarsi dalla materialità. Ma possiamo staccarsi dal mondo che soffre? E ricavare una felicità per poche persone? Si potrebbe se queste persone hanno delle qualità e dei meriti. Ma questo non è Dio. Ne il Dio cristiano ne un altro Dio. E una ricerca della felicità.  Dio si occupa di tutte le creature coscienti. Anche poco consapevoli o sofferenti. Secondo il cristianesimo la sofferenza ha un significato. Poi parlare di comunismo spirituale in questo contesto non porta ne all'uguaglianza ne a Dio. Io rimango Cristiano con idee di sinistra voi decidete da soli.



 


sabato 5 settembre 2015

Sull'esistenza di Dio

Dio esiste? In molti si sono fatti questa domanda. Le persone si sono divise e chiuse in sterili tesi. Chi sostiente ciecamente che esiste e chi sostiene altrettanto ciecamente che non esiste. Intanto direi che pronunciare la parola "Dio" senza averne una percezione diretta è come dire una falsità. È una parola da usare con parzimonia. Ma partiamo dai fatti. L'esistenza dell'altissimo è quantomeno auspicabile. Detto questo va constatato che il creatore non è una realtà separata da noi ma ci contiene. Inoltre quello che pensiamo su "dio" (il minuscolo è volontario) influenza il fatto di connetterci ad esso. Se l'impronunciabile per noi non esiste forse possiamo fare qualcosa per vederlo. Il fatto che "dio" sia diventata una parola scarica non ci autorizza ad abbandonare la ricerca. Allora vorrei lanciare una proposta. "Dio" potrebbe essere un progetto per il futuro. L'uomo potrebbe prepararsi per fare si che si concretizzi. Ovviamente non siamo noi a creare l'impronunciabile ma esso a creare un canale di comunicazione attraverso noi che lo aspettiamo. Vorrei chiarire che non mi sto riferendo ad alcuna delle religioni esistenti ma auspico il nuovo. Questa nuova consapevolezza viene a rivivificare sia coloro che hanno una religione sia a sorprendere quelli che una religione non ce l'hanno.








lunedì 31 agosto 2015

Aiutatemi ad aiutare

Si. Ho bisogno di aiuto. Lo chiedo e me ne arriva poco. Non mi vergogno a chiederlo perché non è tutto per me. La maggior parte dell'affetto e della fiducia che ricevo la riverso sugli altri moltiplicata. Sono un recipiente bucato. L'aiuto più grande che chiedo è venire capito. Chiedetemi, leggete, informatevi. 






domenica 23 agosto 2015

L'origine interdipendente dei fenomeni

Ci consideriamo separati e soli. Ogniuno con il proprio guscio, i propri segreti e le proprie paure. Dobbiamo aspettare l'anima gemella per stare in compagnia, condividere, vivere. Ma questo ha i suoi difetti. Gelosia, attaccamento, paura che finisca. Chi sono io? È possibile l'amore eterno? Oltre la morte? 
La risposta è sorprendentemente sì. Per le persone capaci, forti e lungimiranti. 
Se quello che penso è una rielaborazione di quello che leggo, ascolto, degli eventi che mi succedono. Se il mio carattere è il risultato di esperienze passate e un po' della genetica. Se il mio corpo è quello che ho mangiato nei giorni scorsi. Se la mia identità sociale dipende dalle persone che conosco, che frequento. Chi sono veramente? Per saperlo bisogna meditare sul vuoto. Con elasticità, progressione, senza strappi. Il vuoto non è qualcosa a cui pensare. Il vuoto è quello che si prova quando gli attaccamenti non sono soddisfatti. Frustrazione, disappunto. Questo stato di cose non sopportabile nel tempo stimolerà un cambiamento. Non ci credete? Prima o poi vi stancherete di soffrire e cercherete una soluzione completa.


lunedì 17 agosto 2015

Santi laici

A volte succede che si ha l'ispirazione per un profondo miglioramento spirituale e sociale. Esistono le religioni, gli ordini. Capita che nessuno di questi sia adatto al rinnovamento che occorre. Neanche è opportuno o possibile fondare un nuovo ordine o una nuova religione. Si rimane allora nella laicità. Si fa la guida spirituale? Il life coach? Lo psicologo? Il guaritore? Il mediatore?Serve un nuovo nome. Ma forse è meglio che non sia classificato in nessun modo.






domenica 16 agosto 2015

San Francesco di Paola

(Tratto da Wikipedia)
Francesco nacque a Paola (Cosenza), il 27 marzo 1416 da Giacomo Martolilla e Vienna da Fuscaldo (il nome certo non si sa; venne dato questo nome dai vecchietti dell'epoca che dicevano che "vinia da fuscaldo"), una coppia di coniugi dalla salda fede cattolica, devoti, in particolare, a san Francesco d'Assisi, all'intercessione del quale, pur trovandosi già in età avanzata, chiesero la grazia di un figlio.

Nato, dunque, il primogenito, fu per loro spontaneo imporgli il nome di Francesco.

Al primo si aggiunse, presto, un'altra figlia, Brigida.

Da bambino, Francesco contrasse una forma grave d'infezione ad un occhio, tanto che i genitori si rivolsero nuovamente in preghiera al "poverello d'Assisi", promettendogli, in caso di guarigione, che il piccolo avrebbe indossato per un anno intero (il cosiddetto famulato) l'abitino dell'ordine francescano.

Il decorso della malattia fu rapido.

Fin da piccolo, Francesco fu particolarmente attratto dalla pratica religiosa, denotando umiltà e docilità all'obbedienza.

All'età di tredici anni narrò della visione di un frate francescano che gli ricordava il voto fatto dai genitori.

Accolto nel convento francescano diSan Marco Argentano (Cosenza), vi rimase per un anno, adempiendo alla promessa dei genitori.

L'anno di famulato evidenziò le attitudini mistiche del giovane, compresi quei fenomeni soprannaturali che accompagneranno tutta la sua biografia, aumentandone la fama in vita ed il culto dopo la morte. Durante quest'anno di dedizione al convento, il piccolo Francesco si adoperò nell'osservanza regolare e nello sbrigare le mansioni umili della casa come la pulizia dei pavimenti, la cucina, il servizio della mensa e la questua, e praticava già molti digiuni e astinenze.

Concluso l'anno, i frati di San Marco Argentano avrebbero voluto trattenerlo, ma Francesco conservava il desiderio di conoscere anche altre modalità di vita consacrata prima di fare la sua scelta.

Nel 1430 svolse, con la famiglia, un lungo pellegrinaggio che, avendo Assisicome meta principale, coinvolse alcuni dei principali centri della spiritualità cattolica italiana: Loreto, Roma eMontecassino, toccando anche i romitori del Monte Luco.

Lo sfarzo della Città Eterna lo impressionò negativamente, spingendolo, sembra, a redarguire ilcardinal Cusano, al quale fece notare che Gesù non aveva avuto abiti così sontuosi.


Rientrato a Paola, iniziò un periodo di vitaeremitica, utilizzando un luogo impervio compreso nelle proprietà della famiglia e suscitando lo stupore dei paolani.

Nel 1435, altri si associarono a questa esperienza, riconoscendolo come guida spirituale.

Con i suoi, costruì una cappella e tre dormitori, dando, di fatto, inizio all'esperienza, tuttora in corso, dell'Ordine dei minimi.

Alle prime adesioni, se ne aggiunsero molte altre, tanto che il 31 agosto 1452il nuovo arcivescovo di Cosenza,monsignor Pirro Caracciolo, concesse l'approvazione diocesana, atto che comportava la facoltà di istituire unoratorio, un monastero ed una chiesa.

E proprio l'edificazione del nuovo monastero fu l'occasione che i concittadini di Francesco utilizzarono per attestargli la loro profonda stima: persino i nobili paolani fecero da operai per affrettarne la costruzione.

La fama di santità di Francesco si diffuse rapidamente, tanto che nel 1467papa Paolo II inviò a Paola un suo emissario per avere notizie sull'eremita calabrese.

Rientrato a Roma, l'inviato pontificio, monsignor Baldassarre De Gutrossis, presentava un rapporto obiettivo sulla vita di preghiera ed austerità che pervadeva il monastero.

Il 4 luglio dello stesso anno, quattro cardinali firmarono la lettera che concedeva l'indulgenza a coloro che avrebbero contribuito alla costruzione della chiesa del monastero di Paola, nonché a coloro che l'avrebbero visitata.

Nel 1470 ebbe inizio il procedimentogiuridico-canonico per l'approvazione definitiva del nuovo ordine di eremiti. La "causa paolana" fu patrocinata da monsignor Baldassarre da Spigno.

Il 17 maggio 1474, papa Sisto IVriconosceva ufficialmente il nuovo ordine con la denominazione:Congregazione eremitica paolana di San Francesco d'Assisi.

Il riconoscimento della regola di estrema austerità venne invece conpapa Alessandro VI, in concomitanza con il mutamento del nome in quello, ancora attuale, di Ordine dei Minimi.

Con l'approvazione, gli eremitaggi, sul modello di quello di Paola, fiorirono in Calabria e Sicilia.

Paterno Calabro, nel 1472, Spezzano della Sila, nel 1474, Corigliano Calabro, nel 1476, e Milazzo, nel 1480, furono gliapripista.

Francesco, che nel frattempo aveva trovato stabile dimora a Paterno Calabro, divenne, quindi, un punto di riferimento essenziale per la gente e per i poveri della sua terra.


A lui ci si rivolgeva per consigli di carattere spirituale ma anche per consigli più prettamente pratici.


venerdì 14 agosto 2015

Ascetismo urbano

Chi l'ha detto che per andare alla radice dei propri attaccamenti e del proprio sè sono necessari lunghi ritiri in isolamento? La città propone mille occasioni per avvicinarci a quelle parti di sè più intime e remote. Come si medita bene in discoteca! Nell'isolamento nel quale naturalmente si vive. Ognuno dentro la propria gabbia. Questa sofferenza ci invita a disfarci della parte che duole quando insoddisfatta. E via che la gabbia si toglie e ci si apre ad una nuova gentilezza. E gli altri che sono ancora sofferenti e brutali? Via con il cambiamento che si espande e si insegna.







sabato 8 agosto 2015

La stele di Rosetta

(Tratto da Wikipedia)
La Stele di Rosetta è una lastra ingranodiorite che riporta un'iscrizione, divisa in registri, in tre differenti grafie:geroglifico, demotico e greco. L'iscrizione è il testo di un decretotolemaico in due lingue emesso nel 196 a.C. in onore del faraone Tolomeo V Epifane[1] in occasione del primo anniversario della sua incoronazione. Poiché si tratta pressoché del medesimo testo, ed essendo il greco conosciuto, la stele offrì una chiave decisiva per poter procedere alla comprensione dei geroglifici, la cui interpretazione si basa su di essa[2].
La stele deriva il suo nome dal nome latinizzato di Rosetta, oggi nota come Rashid, antica città sul delta del Nilo, nelGovernatorato di Buhayra, dove fu scoperta nel 1799 da Pierre-François Bouchard, capitano nella Campagna d'Egitto di Napoleone Bonaparte. Fu lungamente oggetto di contesa fraFrancia e Inghilterra, e dal 1802 si trova a Londra nel British Museum[3], del quale, con le mummie, è l'oggetto più popolare[4].




lunedì 29 giugno 2015

Non delegare il tuo comportamento

Non delegare il tuo comportamento a delle regole stabilite da altri o perfino da te stesso. Capire ciò che è giusto o sbagliato è la sfida del vivere. Nemmeno un illuminato può darti delle regole di comportamento. Se c'è una persona che vuole fare il maestro ha il dovere di portare le persone alla sua consapevolezza. Le norme sono state date in ere precedenti per guidare chi era totalmente oscurato nel comportamento e nella comprensione. La sfida che si propone adesso è che tutti capiscano a livello di sentire un'etica profonda. E se non è possibile per tutti e ci sono delle persone di scarsa comprensione che devono avere delle regole esse non devono né imporre le regole agli altri più consapevoli né sentirsi superiori. 




giovedì 16 aprile 2015

Credere a più cose

Ecco il mio stato dell'essere: riesco a credere a più cose. Credo a gruppi che sono anche in contrapposizione. Ma non li vedo realmente in contrapposizione. Vedo che si sbagliano ad un certo punto della comprensione. E' un nuovo punto di vista. Sono in una posizione scomoda. Come farò per conquistare la fiducia di entrambi? E' molto difficile. Per me non esistono nemici nè sconosciuti. Li amo tutti come me stesso (anche se a volte non riesco ad amare me stesso). Le cose hanno una coerenza che le fa stare insieme. Non è una invenzione che vuole far stare insieme cose differenti o cambiare i gruppi spirituali. Ne riconosco la stessa intenzione.



martedì 31 marzo 2015

E' neve

E' neve: due fiocchi distanti hanno un centro comune. L'aria è densa. E non possiamo più parlare. 



Primavera rovente


Arriva potente
primavera rovente;
la sento, l'ho colta:
il prato mi ascolta.
Ritorna perduta
da dove è venuta.

sabato 21 marzo 2015

Un pò di nonviolenza

Nonviolenza non vuol dire che quando qualcuno ti attacca devi subire. Nonviolenza non vuol dire trattenere la rabbia e le aggressività umane fino a stare male. La nonviolenza è un atteggiamento intelligente in cui le varie emozioni sono gestite in modo equilibrato. Essa è un atteggiamento che mira a risolvere le violenze: fisica, psicologica ed economica in sè stessi e negli altri. Per violenza si può intendere causare sofferenza o limitare la libertà come ad esempio quando si tratta l'altro come un oggetto.
È molto difficile essere nonviolenti di fronte ad una persona molto violenta. È per questo che tale atteggiamento viene propagato tramite l'esempio. 
Dentro di noi ci sono probabilmente delle radici di comportamenti violenti appresi dall'ambiente e perfino ereditati da un lontano passato. Tali atteggiamenti vanno visti nel profondo con la riflessione, la meditazione e lo specchiarsi nelle relazioni.
Bisogna considerare la nostra violenza e quella altrui sullo stesso piano. Così il martirio per quanto santo e migliore dell'aggressività contiene ancora una forma di violenza. Così la scelta se sfruttare o essere sfruttati è un vicolo cieco. Bisogna costruire una società nuova. In cui non si è più schiavi dell'evoluzione o della legge del più forte. Una nazione umana universale. Sembra troppo? Iniziamo da quello che ci è intorno.




mercoledì 18 marzo 2015

La rosa del cuore

Capita a volte nella vita di trovarsi in una situazione di stallo. Non si vedono soluzioni e non si puo andare avanti. Se la situazione persiste subentra la depressione. Possono esserci pensieri negativi e scarsa energia fisica. Cosa fare?
Poche persone lo sanno ma questa è un'ottima occasione per liberarsi dell'ego. Se si vede la situazione con distacco si scorgono in lontananza i giardini con qualche pianta rara. Se si è fortunati una rosa fiorita. Bisogna sviluppare distacco dal corpo e dai pensieri; cambiare punto di vista e poi rientrare nel corpo. Per questo servono solitudine e silenzio. Se la sfida è troppo grande ci si può concedere qualche piccolo svago. Senza forzare. Bisogna arrivare ad avere una comprensione corretta della situazione, senza distorsioni. Per questo occorrono riflessione, studio e confronto. Si incontrerà un amore più grande. Più grande di quello di coppia.  Un amore che comprende tutto. Un senso. Eccolo poco più in là il giardino fiorito.




lunedì 16 marzo 2015

Non credere

Non credere ad influenze sottili o spirituali che ti danneggiano. No alle scie chimiche, no alle massonerie, no al malocchio e no alle paranoie varie che quantomeno ti assorbono energia. Se ci credi ti danneggiano veramente perché è il credere la porta attraverso la quale queste cose diventano reali. Se non ci credi non possono farti niente a meno che non siano delle verità scientificamente dimostrabili. Anche se la scienza non detiene la verità ultima in questi casi è un buon orientamento.
Allora semplicemente decidi di non crederci e di non pensarci. Poichè quello che credi costituisce la tua realtà credi alla guarigione (anche dall'ego) che avviene tramite un percorso di etica consapevole.





venerdì 13 marzo 2015

Il "guaritore" non guarito

Capita a volte che chi intraprende questa via di diventare un guaritore del mondo non sia a sua volta guarito. Questo è il mio caso. Sto affrontando vicissitudini personali varie, ho poche energie ecc... Eppure ho la certezza di volermi incamminare in questa strada. Ho la certezza di avere una comprensione corretta. Non ho carisma. Nè poteri vari. Nè manipolazione dell'energia. Nè capacità di influenzare le persone, nè di essere da esempio. Solo comprensione corretta. Forse l'illuminazione arriverà forse no. In ogni caso sento che la mia vita sia da dedicare al prossimo, al mondo. Ne sono certo. Non sono attraente, non ho niente da promettere. Sto cercando altre persone simili a me. Altre persone non guarite che sono in viaggio per un amore grande. 
Lo scopo è quello di pensare globalmente e agire localmente. Probabilmente guariremo in gruppo se uniremo le nostre coscienze. Non posso promettere risultati ma solo che quello che faccio è giusto. Chi mi ascolterà? 






sabato 7 marzo 2015

Monoteismo e politeismo

Vorrei fare chiarezza introducendo quello che penso su questi due concetti. Prima il politeismo. Se si crede a più divinità ma si riconosce un filo comune, un'origine comune in tutte queste divinità non c'è più separazione tra di esse. Lo scopo non è stabilire una nuova divinità che è il creatore o il capo delle altre divinità. Lo scopo è di comprendere quale è il terreno comune tra divinità, la vita che esse rappresentano. La divinità ovviamente è in relazione agli esseri viventi, umani e non ed è questo il terreno sul quale gli dei si confrontano. Ogni divinità è una sintesi che sta dicendo qualcosa sui viventi. Dà un contributo. Dà un'informazione viva e pertinente. 
Il caso del monoteismo è più problematico. Il problema è che esistono diversi monoteismi. La situazione reale, se si considera l'umanità come un tutt'uno è che l'umanità è "politeista". Cioè crede in diverse rivelazioni. Alcune rivelazioni avrebbero la presunzione di convertire o sconfiggere l'intera umanità e di affermare la propria religione sopra le altre. Questo approccio andrebbe proibito. Le religioni che si proclamano monoteiste probabilmente non lo sono. O se lo sono hanno come base di partenza solo una porzione dell'umanità. L'approccio corretto sarebbe di partire dai fatti, dalla situazione delle creature umane e non. Se una parte segue una religione allora tale religione la si considera tra i vari culti. Una nuova visione nasce spontaneamente quando c'è una forte ingiustizia e la nuova visione riconosce le divinità esistenti laddove portano amore, pace e giustizia. Non c'è bisogno di creare un "dio" artificiale. Le entità viventi sono naturalmente di origine spirituale e hanno bisogno naturalmente di un "ordine etico" possibilmente accessibile e comprensibile a tutti. Non si tratta di creare nuove religioni ma il tentativo di comprendere quelle esistenti e di diffondere tale conoscenza a chi ne ha bisogno. Il nuovo "ordine etico" ha i suoi profeti e i suoi scritti, ma accetta persone appartenenti a qualsiasi religione, stato, sistema di credo e abitudini. Ovviamente privilegia persone consapevoli che hanno una comprensione reale del divino.



venerdì 6 marzo 2015

Un paragrafo sul risveglio

 
- Chi siamo -
Sì. Il sole sorge a oriente ma sorge anche dentro di te.
 
Si fa giorno. Stiamo per incominciare il nostro viaggio. Che ne dice se prendessimo il via dal risveglio, che ha posto fine al riposo notturno? Adesso è mattina e si deve ripartire. Spesso con il pensiero rivolto a ciò che ci ha lasciato in eredità la vita del giorno prima. Con quale spirito sarebbe salutare riprendere il cammino quotidiano? Io ricordo un pezzo di Jung citato da Serrano. Jung racconta che un giorno andò trovare degli indiano Navajos. Rimase sorpreso perché li vide raccolti in gruppo. Erano in gran parte vecchi, seduti in una posizione meditativa. Si avvicinò ad uno di loro e gli chiese: "Ma cosa state facendo qui?".
"Aiutiamo il sole a sorgere" fu la risposta del vecchio Indiano. "Noi aiutiamo il sole a sorgere tutti i giorni". E aggiunse: "Sono gli dei a volerlo. E se i bianchi non rispettano i nostri dei, il sole non soltanto si spegnerà, ma non sorgerà più. Né per noi né per loro...".
Jung rimase colpito. Si chiese cosa volesse dire "Rispettare i loro dei". Noi siamo esseri ragionevoli, siamo esseri pensanti. Crediamo che la ragione sia la forza della nostra grandezza. Evidentemente non è così! Il messaggio degli Indiani Navajos è un messaggio forte. Tale lo ha considerato Jung. "Noi aiutiamo il sole a sorgere...": non è impegno da poco. Ed è pure un messaggio chiaro. Io lo leggo così: quando al mattino ti svegli ritrovi la coscienza che ti ha fatto dormire, affidandola all'utero della notte. Ogni mattina la fai rinascere. Diventi l'artefice di una creazione. Come tutti gli uomini, tu sei un artefice speciale, sei artefice di un qualcosa che assolve il compito di aiutare il sole a sorgere. Intendiamoci, il sole non è quello che vediamo. Ma il sole della tua coscienza. Jung accetta il pensiero dei Navajos e ci avverte che se ignoriamo i nostri dei il sole non sorgerà più per nessuno...
Ma chi sono i nostri dei? Gli dei sono le forze misteriose che ci abitano. E che ci fanno vivere. Come si manifestano? Improvvisamente e mai a comando. Siamo capaci di gesti affettuosi, siamo capaci di cambiare direzione, capaci di mentire, capaci di amare. Ci sentiamo avidi ma ci scopriamo anche generosi, altruisti. A volte siamo Saturno, a volte siamo l'intelligenza profonda e libera di Atena. A volte siamo il desiderio erotico di Venere, a volte siamo l'assenza di desiderio di chi si sente soddisfatto perché ha raggiunto il punto più alto del piacere, l'estasi. Siamo tutto nel tutto. Questo significa che un buon risveglio del mattino vuol dire ricordarsi che il sole non sorge solo per te, ma nasce per tutti. Un buon risveglio è sapere che stai contribuendo alla creazione, perché nel momento in cui la coscienza sorge in te, sorge anche in tutto il cosmo.
 
Tratto da :
"La felicità è qui"
di Raffaele Morelli​
Pg 13-14
 
 

sabato 21 febbraio 2015

Coscienza libera

Soprattutto quando si medita in gruppo a volte succede che si libera energia. Una parte di coscienza intrappolata nell'ego si libera. Questa coscienza libera sta tra una persona e l'altra. Può aiutare di volta in volta una persona. Non serve aspettare il maestro perfettamente illuminato. Basta un po' di questa coscienza. E' importante non disperderla e che la si protegga e la si nutra. Non dovrebbe essere settaria né dovrebbe essere contro alcun altra entità. E' una coscienza che protegge e va d'accordo con tutte le persone e comprende anche l'ego. Partendo da lì ci propone la strada verso il benessere e il vivere in armonia. Sviluppatela per conto vostro oppure venite a meditare con noi.




sabato 31 gennaio 2015

Un approccio dolce per migliorare l'autostima

Questo non è il solito metodo per migliorare l'autostima. Non si propone il rafforzamento nè il miglioramento del sè. La maggior parte dei metodi propongono soluzioni che portano ad un circolo vizioso tra il tentativo di migliorarsi e le delusioni che ne derivano quando ci si scontra con gli altri proprio a causa di questo approccio egoistico.
La prima cosa da capire è da dove deriva la scarsa autostima. Sicuramente deriva da dei giudizi negativi avuti da persone intorno a noi. Questi giudizi negativi possono avvenire ripetutamente nel quotidiano oppure avere origine nel passato per esempio nell'infanzia. Bisogna avere chiaro in tutto il percorso della vita da dove abbiamo assorbito i giudizi negativi. Perché li abbiamo assorbiti dall'esterno visto che nasciamo in uno stato di beatitudine e di innocenza. Una volta chiarito da dove vengono bisogna agire su di sé e sulle proprie credenze per quanto riguarda il passato ma bisogna anche soffermarci sulle nostre interazioni presenti. Se si è circondati da persone che ti apprezzano per quello che sei l'autostima cresce spontaneamente. Bisogna anche stare attenti alle persone che apprezzano il tuo ego o qualche tua abilità materiale ma che non stimano il nostro sé più vero. Cosa fare se non riusciamo ad avvicinare persone che vedono correttamente?
Sono possibili diverse strade. Tali persone esistono e se non si avvicinano a noi è perché dovremmo essere noi più simili a loro iniziando a non giudicare negativamente gli altri ed essendo gentili. In alternativa è possibile mettersi d'accordo in gruppo nel guardare il positivo nell'altro e nello stimare anche quella parte di noi che più rifiutiamo. Perché un gruppo del genere funzioni ci deve essere qualche persona che spontaneamente veda nell'altro quella scintilla vitale perfetta e illuminata. Tale persona non deve essere necessariamente un maestro ma da lui o lei dobbiamo apprendere questa capacità preziosa. A volte queste persone poiché hanno una buona opinione degli altri unita ad una certa umiltà possono essere viste come di scarso valore. Hai incontrato una di queste persone? Iniziamo a considerarle.


domenica 4 gennaio 2015

Occidente e oriente


Prima di tutto vorrei chiarire che una nozione universale di occidente come pure di oriente non esiste. In gran parte la divisione tra occidente ed oriente è una divisione causata dall'ego che non trova il filo comune tra due culture e vedendole apparentemente diverse si costruisce una identità basata sulla differenziazione. Approfondendo si potrebbe notare come le differenze potrebbero essere geografiche, storiche, culturali e politiche. Ma perlopiù si tratta di una barriera mentale. Voglio nuotare controcorrente e sentirmi libero di apprezzare la democrazia, nata in occidente, la spiritualità consapevole dell'oriente ma anche la scienza e i valori umani che sono universali. Rifiuto anche in un periodo di contrapposizione di schierarmi da una parte o dall'altra a costo di generare sospetti da entrambe le fazioni. Sono contro la violenza militare ed economica degli Stati Uniti, ma sono anche contro la mancanza di diritti e di rispetto dell'individuo della Russia. L'India non mi attira almeno dal punto di vista esteriore perchè le persone comuni non hanno benessere nè valore umano. Allo stesso modo la ricerca del Sè e della Verità mi attirano molto. In occidente mi piace il modello liberale democratico, ma mi rendo conto che non è per tutti e che ne serve uno nuovo. Mi voglio sentire libero di prendere il meglio di entrambe le parti in un abbraccio costruttivo e non duale.