Spartito colorato

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lunedì 30 aprile 2018

La filosofia perenne

Per come la vedo io la filosofia perenne è una conoscenza che dà molto senso al vivere. Il senso potrebbe essere molto nascosto e in un certo senso imperscrutabile ma comunque una sensazione di star facendo qualcosa di utile anche quando non sei in una situazione propriamente allegra. Il senso potrebbe anche essere qualcosa di molto concreto e quindi la visione di un mondo non diviso dalle religioni, dagli stati, dagli "ismi" e da persone che non vanno d'accordo ma arricchito da queste diversità. Tra tutte le religioni e le correnti mistiche e le filosofie e perfino le scienze di ogni tempo c'è un filo comune, qualcosa che nella loro separazione e diversità comunque ne mostra un legame nascosto. Questa filosofia è assoluta nel senso potenziale. Ogni qualvolta ce ne è bisogno tale filosofia si sviluppa a partire dai saggi del passato e quindi è antica ma appare in forme nuove e inaspettate. I saggi del passato ovviamente vanno compresi per quanto possibile per quello che hanno detto realmente e non vanno interpretati secondo il nostro punto di vista o gusto personale. E quando questa filosofia viene portata alla luce per un attimo tutti sono concordi. C'è un forte lampo che rende questa verità evidente a tutti. Poi in quanto assoluto può anche svanire e dileguarsi. E qualcuno si illuderà e si metterà a venerare o a pregare un assoluto che non c'è più ma che c'è appena stato.


















2 commenti:

  1. Molto interessante chiara e semplice spiegazione. Tutto nella natura ci parla e ci spiega l'esistenza di un principio fondamentale sempre presente e attivo manifestato nella forma ma mai sottomesso a lei. Il nostro errore e dare per scontato questo principio restando nella futilità della forma. Le stagioni ci fanno vedere la mutabilità della forma di un unica realtà di fondo. Ma perdiamo di vista la realtà per rimanere attaccati ai colori, profumi e trasformazioni del vestito esterno. Così alla fine del tuo testo dici :"E qualcuno si illuderà e si metterà a venerare o a pregare un assoluto che non c'è più ma che c'è appena stato". In realtà l'assoluto c'è sempre ma è il vestito quello venerato e pregato che mutando ci parla di una verità perenne, superiore e non legata alla limitata percezione dei sensi. Alejo

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  2. Io penso che tutte le rivelazioni e le realizzazioni all'inizio abbiano avuto un messaggio corretto. Poi normalmente le tradizioni orali o scritte nel tempo possono perdere qualcosa. Sebbene alcuni messaggi rimangono tramandati fedelmente nel tempo (ma mai in eterno) altri possono perdere la freschezza e lo slancio iniziale. Allora si può creare qualcuno che dissente o che vede la tradizione da un altro punto di vista. Vede la tradizione un po come una ritualistica vuota e la istituzione come un centro di potere (a ragione o a torto) e finisce per avere una diversa interpretazione della tradizione. Ma poiché le persone generalmente hanno bisogno di cose visibili e chiare chi dà questa interpretazione finisce a sua volta per avere una sua ritualistica o degli aspetti esteriori, questa volta meno marcati, accennati o perfino nascosti. E qualcuno potrebbe perfino obiettare una seconda volta o per il carattere nascosto del nuovo corso o per l'aspetto formale questa volta meno accennato ma ancora presente. In generale esistono spiritualità esteriori e spiritualità interiori. In uno scambio possibile tra i due aspetti. A volte è importante la forma e a volte nessuna forma. In ultima analisi é possibile vedere lo spirituale perfino giocando a basket o facendo una passeggiata o facendo un gesto gentile senza riferirsi a nessun testo o a nessuna organizzazione, ma così come può a volte avvenire un senso di comunione, di libertà o di amore, spontaneamente. Lo spirito può assumere infinite forme. La forma che assume lo spirito dipende solo dal nostro stato di coscienza. Potrebbe essere perfino possibile fare una scelta di povertà, castità e disobbedienza. Al momento giusto e nel modo opportuno. Per me il messaggio Cristiano è meraviglioso in quanto paradosso assoluto, in cui la morte diventa vita e la sofferenza gioia. Tutto in funzione di un regno futuro. Ma l'attesa non può essere infinita.

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