Spartito colorato

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lunedì 22 febbraio 2021

La sensibilità dell'asceta

 Al momento ho una personalità che è strutturata per essere sensibile al massimo al mondo spirituale, come uno strumento altamente delicato e specializzato. Per avere una personalità adatta a delle reazioni veloci, a difendersi, a sgomitare tra la gente bisognerebbe strutturarla diversamente. Se andassi a lavorare insomma in un posto a contatto con il pubblico o in cui bisogna alzare la voce dovrei perdere il prezioso dono che ho. Ma alla fine cosa è meglio? Ho preferito uscire quasi del tutto dal mondo della rispettabilità e dell'essere accettato dalla maggioranza delle persone e dall'essere considerato "sano" per fare qualcosa di buono per l'umanità e per il pianeta. Ma neanche chiedo nulla in cambio.   

Ora da un po' di tempo mi pare che sono ottimista sul fatto che posso, potrò, a breve tornare nel mondo, forse lavorando, o facendo delle altre attività e contemporaneamente mantenendo la mia interiorità per quello che sono e in cui mi riconosco e in cui trovo più senso. Insomma si può essere un asceta-urbano. 

 



3 commenti:

  1. Ma che meraviglia ❤️❤️😉, grande Fabio

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  2. Ciao asceta urbano, è bellissimo il tuo sforzo a vivere questi due mondi con tanta consapevolezza e sensibilità. Possono convivere e copenetrarsi, un mondo nell'altro. È un'arte farlo, non è per tutti ma sempre più persone sono spinte a farlo e tu sei uno di loro. Grazie per la condivisione. Con affetto Monica

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