Si. Ho bisogno di aiuto. Lo chiedo e me ne arriva poco. Non mi vergogno a chiederlo perché non è tutto per me. La maggior parte dell'affetto e della fiducia che ricevo la riverso sugli altri moltiplicata. Sono un recipiente bucato. L'aiuto più grande che chiedo è venire capito. Chiedetemi, leggete, informatevi.
lunedì 31 agosto 2015
domenica 23 agosto 2015
L'origine interdipendente dei fenomeni
Ci consideriamo separati e soli. Ogniuno con il proprio guscio, i propri segreti e le proprie paure. Dobbiamo aspettare l'anima gemella per stare in compagnia, condividere, vivere. Ma questo ha i suoi difetti. Gelosia, attaccamento, paura che finisca. Chi sono io? È possibile l'amore eterno? Oltre la morte?
La risposta è sorprendentemente sì. Per le persone capaci, forti e lungimiranti.
Se quello che penso è una rielaborazione di quello che leggo, ascolto, degli eventi che mi succedono. Se il mio carattere è il risultato di esperienze passate e un po' della genetica. Se il mio corpo è quello che ho mangiato nei giorni scorsi. Se la mia identità sociale dipende dalle persone che conosco, che frequento. Chi sono veramente? Per saperlo bisogna meditare sul vuoto. Con elasticità, progressione, senza strappi. Il vuoto non è qualcosa a cui pensare. Il vuoto è quello che si prova quando gli attaccamenti non sono soddisfatti. Frustrazione, disappunto. Questo stato di cose non sopportabile nel tempo stimolerà un cambiamento. Non ci credete? Prima o poi vi stancherete di soffrire e cercherete una soluzione completa.
La risposta è sorprendentemente sì. Per le persone capaci, forti e lungimiranti.
Se quello che penso è una rielaborazione di quello che leggo, ascolto, degli eventi che mi succedono. Se il mio carattere è il risultato di esperienze passate e un po' della genetica. Se il mio corpo è quello che ho mangiato nei giorni scorsi. Se la mia identità sociale dipende dalle persone che conosco, che frequento. Chi sono veramente? Per saperlo bisogna meditare sul vuoto. Con elasticità, progressione, senza strappi. Il vuoto non è qualcosa a cui pensare. Il vuoto è quello che si prova quando gli attaccamenti non sono soddisfatti. Frustrazione, disappunto. Questo stato di cose non sopportabile nel tempo stimolerà un cambiamento. Non ci credete? Prima o poi vi stancherete di soffrire e cercherete una soluzione completa.
lunedì 17 agosto 2015
Santi laici
A volte succede che si ha l'ispirazione per un profondo miglioramento spirituale e sociale. Esistono le religioni, gli ordini. Capita che nessuno di questi sia adatto al rinnovamento che occorre. Neanche è opportuno o possibile fondare un nuovo ordine o una nuova religione. Si rimane allora nella laicità. Si fa la guida spirituale? Il life coach? Lo psicologo? Il guaritore? Il mediatore?Serve un nuovo nome. Ma forse è meglio che non sia classificato in nessun modo.
domenica 16 agosto 2015
San Francesco di Paola
(Tratto da Wikipedia)
Francesco nacque a Paola (Cosenza), il 27 marzo 1416 da Giacomo Martolilla e Vienna da Fuscaldo (il nome certo non si sa; venne dato questo nome dai vecchietti dell'epoca che dicevano che "vinia da fuscaldo"), una coppia di coniugi dalla salda fede cattolica, devoti, in particolare, a san Francesco d'Assisi, all'intercessione del quale, pur trovandosi già in età avanzata, chiesero la grazia di un figlio.
Nato, dunque, il primogenito, fu per loro spontaneo imporgli il nome di Francesco.
Al primo si aggiunse, presto, un'altra figlia, Brigida.
Da bambino, Francesco contrasse una forma grave d'infezione ad un occhio, tanto che i genitori si rivolsero nuovamente in preghiera al "poverello d'Assisi", promettendogli, in caso di guarigione, che il piccolo avrebbe indossato per un anno intero (il cosiddetto famulato) l'abitino dell'ordine francescano.
Il decorso della malattia fu rapido.
Fin da piccolo, Francesco fu particolarmente attratto dalla pratica religiosa, denotando umiltà e docilità all'obbedienza.
All'età di tredici anni narrò della visione di un frate francescano che gli ricordava il voto fatto dai genitori.
Accolto nel convento francescano diSan Marco Argentano (Cosenza), vi rimase per un anno, adempiendo alla promessa dei genitori.
L'anno di famulato evidenziò le attitudini mistiche del giovane, compresi quei fenomeni soprannaturali che accompagneranno tutta la sua biografia, aumentandone la fama in vita ed il culto dopo la morte. Durante quest'anno di dedizione al convento, il piccolo Francesco si adoperò nell'osservanza regolare e nello sbrigare le mansioni umili della casa come la pulizia dei pavimenti, la cucina, il servizio della mensa e la questua, e praticava già molti digiuni e astinenze.
Concluso l'anno, i frati di San Marco Argentano avrebbero voluto trattenerlo, ma Francesco conservava il desiderio di conoscere anche altre modalità di vita consacrata prima di fare la sua scelta.
Nel 1430 svolse, con la famiglia, un lungo pellegrinaggio che, avendo Assisicome meta principale, coinvolse alcuni dei principali centri della spiritualità cattolica italiana: Loreto, Roma eMontecassino, toccando anche i romitori del Monte Luco.
Lo sfarzo della Città Eterna lo impressionò negativamente, spingendolo, sembra, a redarguire ilcardinal Cusano, al quale fece notare che Gesù non aveva avuto abiti così sontuosi.
Rientrato a Paola, iniziò un periodo di vitaeremitica, utilizzando un luogo impervio compreso nelle proprietà della famiglia e suscitando lo stupore dei paolani.
Nel 1435, altri si associarono a questa esperienza, riconoscendolo come guida spirituale.
Con i suoi, costruì una cappella e tre dormitori, dando, di fatto, inizio all'esperienza, tuttora in corso, dell'Ordine dei minimi.
Alle prime adesioni, se ne aggiunsero molte altre, tanto che il 31 agosto 1452il nuovo arcivescovo di Cosenza,monsignor Pirro Caracciolo, concesse l'approvazione diocesana, atto che comportava la facoltà di istituire unoratorio, un monastero ed una chiesa.
E proprio l'edificazione del nuovo monastero fu l'occasione che i concittadini di Francesco utilizzarono per attestargli la loro profonda stima: persino i nobili paolani fecero da operai per affrettarne la costruzione.
La fama di santità di Francesco si diffuse rapidamente, tanto che nel 1467papa Paolo II inviò a Paola un suo emissario per avere notizie sull'eremita calabrese.
Rientrato a Roma, l'inviato pontificio, monsignor Baldassarre De Gutrossis, presentava un rapporto obiettivo sulla vita di preghiera ed austerità che pervadeva il monastero.
Il 4 luglio dello stesso anno, quattro cardinali firmarono la lettera che concedeva l'indulgenza a coloro che avrebbero contribuito alla costruzione della chiesa del monastero di Paola, nonché a coloro che l'avrebbero visitata.
Nel 1470 ebbe inizio il procedimentogiuridico-canonico per l'approvazione definitiva del nuovo ordine di eremiti. La "causa paolana" fu patrocinata da monsignor Baldassarre da Spigno.
Il 17 maggio 1474, papa Sisto IVriconosceva ufficialmente il nuovo ordine con la denominazione:Congregazione eremitica paolana di San Francesco d'Assisi.
Il riconoscimento della regola di estrema austerità venne invece conpapa Alessandro VI, in concomitanza con il mutamento del nome in quello, ancora attuale, di Ordine dei Minimi.
Con l'approvazione, gli eremitaggi, sul modello di quello di Paola, fiorirono in Calabria e Sicilia.
Paterno Calabro, nel 1472, Spezzano della Sila, nel 1474, Corigliano Calabro, nel 1476, e Milazzo, nel 1480, furono gliapripista.
Francesco, che nel frattempo aveva trovato stabile dimora a Paterno Calabro, divenne, quindi, un punto di riferimento essenziale per la gente e per i poveri della sua terra.
A lui ci si rivolgeva per consigli di carattere spirituale ma anche per consigli più prettamente pratici.
Francesco nacque a Paola (Cosenza), il 27 marzo 1416 da Giacomo Martolilla e Vienna da Fuscaldo (il nome certo non si sa; venne dato questo nome dai vecchietti dell'epoca che dicevano che "vinia da fuscaldo"), una coppia di coniugi dalla salda fede cattolica, devoti, in particolare, a san Francesco d'Assisi, all'intercessione del quale, pur trovandosi già in età avanzata, chiesero la grazia di un figlio.
Nato, dunque, il primogenito, fu per loro spontaneo imporgli il nome di Francesco.
Al primo si aggiunse, presto, un'altra figlia, Brigida.
Da bambino, Francesco contrasse una forma grave d'infezione ad un occhio, tanto che i genitori si rivolsero nuovamente in preghiera al "poverello d'Assisi", promettendogli, in caso di guarigione, che il piccolo avrebbe indossato per un anno intero (il cosiddetto famulato) l'abitino dell'ordine francescano.
Il decorso della malattia fu rapido.
Fin da piccolo, Francesco fu particolarmente attratto dalla pratica religiosa, denotando umiltà e docilità all'obbedienza.
All'età di tredici anni narrò della visione di un frate francescano che gli ricordava il voto fatto dai genitori.
Accolto nel convento francescano diSan Marco Argentano (Cosenza), vi rimase per un anno, adempiendo alla promessa dei genitori.
L'anno di famulato evidenziò le attitudini mistiche del giovane, compresi quei fenomeni soprannaturali che accompagneranno tutta la sua biografia, aumentandone la fama in vita ed il culto dopo la morte. Durante quest'anno di dedizione al convento, il piccolo Francesco si adoperò nell'osservanza regolare e nello sbrigare le mansioni umili della casa come la pulizia dei pavimenti, la cucina, il servizio della mensa e la questua, e praticava già molti digiuni e astinenze.
Concluso l'anno, i frati di San Marco Argentano avrebbero voluto trattenerlo, ma Francesco conservava il desiderio di conoscere anche altre modalità di vita consacrata prima di fare la sua scelta.
Nel 1430 svolse, con la famiglia, un lungo pellegrinaggio che, avendo Assisicome meta principale, coinvolse alcuni dei principali centri della spiritualità cattolica italiana: Loreto, Roma eMontecassino, toccando anche i romitori del Monte Luco.
Lo sfarzo della Città Eterna lo impressionò negativamente, spingendolo, sembra, a redarguire ilcardinal Cusano, al quale fece notare che Gesù non aveva avuto abiti così sontuosi.
Rientrato a Paola, iniziò un periodo di vitaeremitica, utilizzando un luogo impervio compreso nelle proprietà della famiglia e suscitando lo stupore dei paolani.
Nel 1435, altri si associarono a questa esperienza, riconoscendolo come guida spirituale.
Con i suoi, costruì una cappella e tre dormitori, dando, di fatto, inizio all'esperienza, tuttora in corso, dell'Ordine dei minimi.
Alle prime adesioni, se ne aggiunsero molte altre, tanto che il 31 agosto 1452il nuovo arcivescovo di Cosenza,monsignor Pirro Caracciolo, concesse l'approvazione diocesana, atto che comportava la facoltà di istituire unoratorio, un monastero ed una chiesa.
E proprio l'edificazione del nuovo monastero fu l'occasione che i concittadini di Francesco utilizzarono per attestargli la loro profonda stima: persino i nobili paolani fecero da operai per affrettarne la costruzione.
La fama di santità di Francesco si diffuse rapidamente, tanto che nel 1467papa Paolo II inviò a Paola un suo emissario per avere notizie sull'eremita calabrese.
Rientrato a Roma, l'inviato pontificio, monsignor Baldassarre De Gutrossis, presentava un rapporto obiettivo sulla vita di preghiera ed austerità che pervadeva il monastero.
Il 4 luglio dello stesso anno, quattro cardinali firmarono la lettera che concedeva l'indulgenza a coloro che avrebbero contribuito alla costruzione della chiesa del monastero di Paola, nonché a coloro che l'avrebbero visitata.
Nel 1470 ebbe inizio il procedimentogiuridico-canonico per l'approvazione definitiva del nuovo ordine di eremiti. La "causa paolana" fu patrocinata da monsignor Baldassarre da Spigno.
Il 17 maggio 1474, papa Sisto IVriconosceva ufficialmente il nuovo ordine con la denominazione:Congregazione eremitica paolana di San Francesco d'Assisi.
Il riconoscimento della regola di estrema austerità venne invece conpapa Alessandro VI, in concomitanza con il mutamento del nome in quello, ancora attuale, di Ordine dei Minimi.
Con l'approvazione, gli eremitaggi, sul modello di quello di Paola, fiorirono in Calabria e Sicilia.
Paterno Calabro, nel 1472, Spezzano della Sila, nel 1474, Corigliano Calabro, nel 1476, e Milazzo, nel 1480, furono gliapripista.
Francesco, che nel frattempo aveva trovato stabile dimora a Paterno Calabro, divenne, quindi, un punto di riferimento essenziale per la gente e per i poveri della sua terra.
A lui ci si rivolgeva per consigli di carattere spirituale ma anche per consigli più prettamente pratici.
venerdì 14 agosto 2015
Ascetismo urbano
Chi l'ha detto che per andare alla radice dei propri attaccamenti e del proprio sè sono necessari lunghi ritiri in isolamento? La città propone mille occasioni per avvicinarci a quelle parti di sè più intime e remote. Come si medita bene in discoteca! Nell'isolamento nel quale naturalmente si vive. Ognuno dentro la propria gabbia. Questa sofferenza ci invita a disfarci della parte che duole quando insoddisfatta. E via che la gabbia si toglie e ci si apre ad una nuova gentilezza. E gli altri che sono ancora sofferenti e brutali? Via con il cambiamento che si espande e si insegna.
sabato 8 agosto 2015
La stele di Rosetta
(Tratto da Wikipedia)
La Stele di Rosetta è una lastra ingranodiorite che riporta un'iscrizione, divisa in registri, in tre differenti grafie:geroglifico, demotico e greco. L'iscrizione è il testo di un decretotolemaico in due lingue emesso nel 196 a.C. in onore del faraone Tolomeo V Epifane[1] in occasione del primo anniversario della sua incoronazione. Poiché si tratta pressoché del medesimo testo, ed essendo il greco conosciuto, la stele offrì una chiave decisiva per poter procedere alla comprensione dei geroglifici, la cui interpretazione si basa su di essa[2].
La stele deriva il suo nome dal nome latinizzato di Rosetta, oggi nota come Rashid, antica città sul delta del Nilo, nelGovernatorato di Buhayra, dove fu scoperta nel 1799 da Pierre-François Bouchard, capitano nella Campagna d'Egitto di Napoleone Bonaparte. Fu lungamente oggetto di contesa fraFrancia e Inghilterra, e dal 1802 si trova a Londra nel British Museum[3], del quale, con le mummie, è l'oggetto più popolare[4].
La Stele di Rosetta è una lastra ingranodiorite che riporta un'iscrizione, divisa in registri, in tre differenti grafie:geroglifico, demotico e greco. L'iscrizione è il testo di un decretotolemaico in due lingue emesso nel 196 a.C. in onore del faraone Tolomeo V Epifane[1] in occasione del primo anniversario della sua incoronazione. Poiché si tratta pressoché del medesimo testo, ed essendo il greco conosciuto, la stele offrì una chiave decisiva per poter procedere alla comprensione dei geroglifici, la cui interpretazione si basa su di essa[2].
La stele deriva il suo nome dal nome latinizzato di Rosetta, oggi nota come Rashid, antica città sul delta del Nilo, nelGovernatorato di Buhayra, dove fu scoperta nel 1799 da Pierre-François Bouchard, capitano nella Campagna d'Egitto di Napoleone Bonaparte. Fu lungamente oggetto di contesa fraFrancia e Inghilterra, e dal 1802 si trova a Londra nel British Museum[3], del quale, con le mummie, è l'oggetto più popolare[4].